Precipitata dentro di me
per l’improvviso cedimento
delle strategie di sopravvivenza
dopo aver fatto pace con la paura
e preso confidenza con lo smarrimento
mi accomodo meglio
mi accorgo che è casa
(Da dentro la buccia guardavo la polpa
ed i semi affondati nel dolce maturo
chiamandoli cielo e stelle brillanti
Che assurda impostura è durata negli anni!)
Rivolgo lo sguardo all’intorno
il velo caduto decora la terra
lo vedo, lo scosto, con cura lo studio
è scorza di crisalide, inutile prigione
spaccata nel tempo più adatto
Ho un mondo davanti in cui camminare
non sogni o illusioni, non giochi o finzioni
i nomi dei fiori, delle acque, dei monti
– non è troppo tardi – li voglio imparare
Farò con i sensi disegni sfarzosi
e con le parole gustose ricette