Il cibo e il vino hanno spaccato il guscio materiale
prima che maturasse il frutto del sapere
il sapore del virtuale non soddisfa
il sangue di chi beve si raccorda
la bocca di chi mangia si prolunga
in quella del compagno accanto
e se la mano accompagna il cibo
è la medesima caverna a masticare
i denti rocce a cui aggrapparsi quando l’onda
la lingua tappeto di carne in movimento
qualunque passo è breve
da un ruolo all’altro si tracima
senza alcuna necessità di sentimento
Amore di carta, le parole baci
su un piano sequenza da traslare
– in quegli altri universi qui vicini –
fa sempre bene anche se fa male
violare l’esattezza dei confini
L’assenza, incomprensibile agli occhi
scava una trincea
tornare indietro è dei disertori