Perché aspettarti non diventi vendetta
contro la mia capacità di riconoscere
ciò che è buono nell’avventura degli incontri
perché la corda del sogno non mi soffochi
smetterò di farlo.
Compirò tutta la salita, la santa fatica,
di accettare lo sguardo diverso
quello che ti fa scegliere di rifiutare il gioco che propongo.
Non cerco scuse, ognuno ha suoi occhi e cuore.
Rinuncio alla comoda casa dell’io.
Mi tengo i ricordi, e l’esperienza, la parte bella, s’intende.
Ti ringrazio del poco. Che è molto, comunque.
Ripeto a me stessa: non lo sai, non lo sai, non lo sai.