Che sono un bell’albero, mi hai detto
che già l’avevo capito
da come mi guardavi mani, dita e unghie.
Cercavi il nodo, il germoglio,
la fessura di legno spaccato.
Avevi amore vegetale a lunga gittata
come di seme lanciato a speranza d’acqua.
Pioverà come è piovuto.
Noi – le radici tese – d’essere duraturi
facciamo conto e l’ombra mai ci manchi.